Si spiega qui che per imparare a difendersi dal radon occorre prima sapere che cosa è, come individuarlo e quali danni esattamente provoca alla nostra salute.
Cosa è il radon
E’ un gas, inerte e apparentemente innocuo. Inodore, incolore e insapore non è percepibile dai nostri sensi. Eppure l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l’ha classificato tra le sostanze più cancerogene.
Nasce nella crosta terrestre, come figlio radioattivo dell’uranio, del torio e poi del radio, da qui viene alla superficie per via delle porosità e delle fratture del terreno e si diffonde nel nostro habitat. Infatti, prima di decadere, il radon rimane in vita per un tempo sufficientemente lungo che gli consente di essere trasportato fino ad alcune centinaia di metri. A loro volta i suoi prodotti di decadimento sono radioattivi ed ancor più pericolosi.
Se non lo si misura con appositi strumenti, non c’è modo di rilevarne la presenza. La sua concentrazione nell’aria esterna non raggiunge mai livelli elevati, per cui il valore medio è usualmente tra 5 a 30 unità [Bq/m3]. I rischi maggiori sono negli ambienti chiusi degli edifici, privati e pubblici, luoghi di lavoro, scuole o abitazioni, dove può arrivare a concentrazioni fino a più di 100 volte quelle esterne.
I danni che provoca alla salute
Questo gas è la causa del 10% dei circa 30 mila casi di tumore al polmone in Italia.
Mentre respiriamo si diffonde o si deposita con i suoi figli, insieme al pulviscolo e ai fumi presenti in aria, nei nostri polmoni. Di conseguenza ne danneggia le cellule dando il via alla formazione di un possibile tumore.
Il rischio è circa 25 volte più grande per i fumatori; il fumo funge, tra l’altro, da traghettatore delle particelle radioattive presenti in aria.
Come risultato in Italia si calcola che tra 1500 e 6000 persone si ammalano ogni anno per causa del radon.
Dove e come individuarlo
Innanzitutto è la collocazione della casa (sia la zona sia la specifica posizione) che può dare indicazioni sulla potenziale presenza del radon.
Poi la tipologia e l’attacco a terra degli edifici: ad esempio quelli con il piano basso direttamente poggiato sul terreno o addirittura interrato. Pareti controterra. Soprattutto se senza separazione o protezione dal terreno. Anche quelli con le mura costruite in certi materiali sono a rischio.
La presenza di crepe, di canalizzazioni, di canne fumarie o altri estrattori meccanici, di vani tecnici non areati che mettono in diretta comunicazione il terreno con i locali abitati, o di una cantina non isolata dal terreno, suggeriscono una potenziale via di accesso e transito del gas.
Come difendersi
- Arieggiare naturalmente i locali di abitazione più volte al giorno è l’accorgimento più semplice ed economico, se pur non esauriente. Gli edifici di un tempo, pieni di spifferi, non avevano infatti rilevante inquinamento da radon.
- La soluzione di installare elettromeccanismi aspiranti o impianti di ventilazione forzata può essere addirittura controproducente. Utile invece se progettati correttamente per questo scopo.
- Praticare delle apposite aperture sul muro che, oltre a ricambiare parzialmente l’aria con l’esterno, garantiscono un equilibrio barico con l’esterno, sicuramente limita la concentrazione del radon all’interno.
- Impermeabilizzare e sigillare il pavimento del piano basso, separare quest’ultimo dal terreno con un volume vuoto areato e aspirare il gas da sotto l’abitazione (dalla cantina, dal vespaio o direttamente dal terreno) sono infine le tecniche più efficaci seguite dalle imprese specializzate per questo servizio.
Tutto ciò poi migliora la qualità dell’aria anche per quanto riguarda gli altri inquinanti chimici e biologici presenti in casa.