Misura radon in cantina con estrazioni forzate dell’aria alternando alcune accensioni di un ventilatore estrattivo. In corrispondenza dei periodi di estrazione forzata non si ha alcun cambiamento rilevabile sui valori del radon.
Descrizione e diagnosi
Misurazione del radon all’interno della cantina nel piano interrato in un’abitazione di due piani fuori terra.
Nel locale è assente il pavimento sostituito da uno strato di ghiaia e pertanto esso è in diretto contatto con il terreno sottostante l’abitazione. Il locale ha due aperture collocate sul soffitto che portano all’esterno e una scala che, con alcuni scalini, porta al locale superiore. Sotto l’edificio non esiste un’intercapedine areata tipo vespaio. L’impianto di riscaldamento è assente.
L’abitazione è situata nella bassa Valtellina in zona morenica, sul lago di Como, di fronte alle Alpi Orobie.
La misurazione del Rn-222 è eseguita, durante l’inverno, per circa 1 mese e mezzo, alternando alcune accensioni di un ventilatore estrattivo che sono indicate nel grafico con le linee del “Reloc”.
E’ stato utilizzato uno strumento in continuo a camera di ionizzazione modello AlphaGuard della Genitron Instruments.
L’origine del radon va ricondotta prima di tutto al contatto diretto con il terreno e con le pareti che sono a contatto con il terreno nudo senza elementi di isolamento.
Il valore medio del radon in cantina con estrazioni forzate è risultato di 43 [Bq/m3] e il valore massimo riscontrato è di 181 [Bq/m3].
Sono valori molto bassi, tenendo conto della situazione e del locale in oggetto che è totalmente interrato; una spiegazione probabilmente può essere che il locale ha alcune aperture che lo mettono in comunicazione con l’esterno e questo, se pur non crea ventilazioni, azzera la differenza barica indoor/outdoor.
Si nota infine che in corrispondenza dei periodi di estrazione forzata non si ha alcun cambiamento rilevabile sui valori del radon, ma solamente sui valori della temperatura interna che aumenta e della umidità relativa che diminuisce.
