Rilevazione radon in una cantina interrata di una villa della bassa Valtellina;  concentrazione inferiore alle aspettative e quindi mitigazione non necessaria.

Descrizione e diagnosi

Misurazione del radon in una cantina interrata nel sottosuolo di un’abitazione di due piani fuori terra.
Prima di tutto va rilevato che nel locale è assente il pavimento sostituito da uno strato di ghiaia e pertanto esso è in diretto contatto con il terreno sottostante l’abitazione. D’altra parte il locale ha due aperture collocate sul soffitto che portano all’esterno e una scala che, con alcuni scalini, porta al locale superiore.

Sotto l’edificio non esiste un’intercapedine areata tipo vespaio. L’impianto di riscaldamento è assente.
L’abitazione è situata nella bassa Valtellina in zona morenica, sul lago di Como, di fronte alle Alpi Orobie.

La misurazione del Rn-222 è eseguita, a fine novembre, per circa due giorni. All’esterno la giornata è piovosa e senza vento.
E’ stato utilizzato uno strumento in continuo a camera di ionizzazione modello AlphaGuard P30 della Genitron Instruments.

In conclusione l’origine del radon va ricondotta esclusivamente al contatto diretto con il terreno e con le pareti che sono a contatto con il terreno nudo senza elementi di isolamento.

Il valore medio è di 95 [Bq/m³] e il valore massimo riscontrato è di 240 [Bq/m³]; la forte differenza tra il massimo e la media è dovuta al fatto che la scansione della misura è molto breve (dieci minuti).
Sono valori molto bassi, tenendo conto della situazione e del locale in oggetto che è totalmente interrato; una spiegazione può essere che il locale ha alcune aperture che lo mettono in comunicazione con l’esterno e questo, se pur non crea ventilazioni, azzera la differenza barica indoor/outdoor.