Nel sito della European Radon Association (ERA) è stato pubblicato il manifesto del European Radon Day (ERD) del 2018. Ne riportiamo il testo:
“European Radon Day – 2018
This year’s theme is Radon at the workplaces. The new EURATOM BSS 59/2013 is very much about protection of radon at the workplace. Therefore, ERA has prepared some posters to advise on radon protection at work.”
La Direttiva Europea 2013/59 Euratom del Consiglio richiedeva, tra l’altro, che ciascuno stato stabilisse, entro il 6 febbraio 2018, livelli massimi ammissibili di concentrazione media annua di radon negli edifici, sia abitativi sia di lavoro, non superiori a 300 [Bq/m3] e attivasse Piani Nazionali Radon finalizzati a diminuirne l’impatto sulla salute.
ll radon è un gas nobile chimicamente inerte, naturalmente radioattivo, incolore e inodore presente nell’ambiente in cui viviamo. Se non lo si misura strumentalmente non c’è modo di valutare quanto ve ne sia. Proviene per esalazione dal terreno e dai materiali solidi e di conseguenza lo si trova diluito in aria e nell’acqua.
È generato dal decadimento nucleare del radio, cioè dal processo per cui una sostanza radioattiva si trasmuta spontaneamente in un’altra, emettendo radiazioni. Il radio è, a sua volta, prodotto dalla trasmutazione dell’uranio, presente nelle rocce, nel suolo e quindi anche nei materiali da costruzione.
Una volta formato anche il radon decade emettendo radiazioni nella forma di particelle alfa e dando origine a una serie di altri elementi radioattivi (i figli del radon o progenie).
Esistono più isotopi dell’elemento radon: il principale è il Rn-222, meno importanti sono il Rn-220 (detto Thoron) e il Rn-219 (detto Actinon). Quando si cita solamente radon si intende il suo isotopo principale.
Prima di decadere il radon (il Rn-222 appunto) rimane in vita per un tempo sufficientemente lungo. La sua concentrazione si dimezza circa ogni 3 giorni e 20 ore e dopo circa un mese è praticamente scomparso. Ciò gli consente, in quanto gas, diversamente da tutti i suoi progenitori e dalla sua progenie, di essere trasportato facilmente dall’acqua e dai flussi di aria presenti nel suolo, anche per alcune centinaia di metri, e quindi di uscire all’aperto in atmosfera.