Sottrazione di radon in uno spazio confinato

Studio analitico e fisico della sottrazione di radon indoor dall’interno di uno spazio confinato

 

E’ consigliabile leggere questa scheda tecnica in collegamento con l’altra intitolata  “Andamento della concentrazione del radon nel tempo“.

 

Introduzione

Sottrazione di radon indoor. La concentrazione specifica del radon nel volume di uno spazio confinato m, che d’ora in poi chiameremo CRn (t,x,y,z) [Nucl./m3], dipende, oltre che dalle condizioni al tempo zero, dalle caratteristiche della sua produzione P(t,x,y,z) [Nucl./(m3sec)] e da quelle della sua sottrazione Q(t,x,y,z) [Nucl./(m3sec)].
Le grandezze sopra definite possono essere modificate inserendo l’attività in [Bq] al posto della concentrazione in [Nucl.]. Ed è quello che faremo d’ora in avanti in questa scheda.
P e Q sono produzione e sottrazione specifica nell’unità di tempo. Se lo spazio è isolato verso l’esterno, esse sono necessariamente interne al volume, in caso contrario si può avere un flusso di massa in entrata o in uscita.

Immagine tratta da una porcellana tipica fiorentina: uccelli e fiori colorati.
P può consistere nella trasmutazione di un eventuale radionuclide genitore o nel flusso di massa in entrata.

Q è la sottrazione di radon indoor e può essere dovuta a decadimento del radon o a flusso di massa in uscita. Ipotizziamo infatti inesistente la produzione o la sottrazione dell’elemento per altre cause chimico-fisiche all’interno dello spazio confinato.
Per flusso di massa intendiamo un incremento o una sottrazione specifica di attività di radon verso il o dal volume confinato, intendendo i confini stessi come non facenti parte di esso.

Ipotizzando che, come normalmente avviene, C, P e Q non dipendano dalle coordinate spaziali, si ha, trascurando la presenza di altri isotopi del radon come il Thoron, per il radionuclide Rn-222:

dCRn(t) / dt = PRn(t) – QRn(t)

Studio analitico

Sottrazione di radon indoor. Approfondiamo adesso la composizione della funzione QRn(t) [Nucl./(m3sec)], sottrazione di radon indoor, ovvero sottrazione dei radionuclidi dell’elemento Rn-222 nello spazio confinato m.

Oltre che alla trasmutazione del Rn-222, all’interno dello spazio confinato, nel suo figlio Po-218, descritta dalla costante di decadimento del Rn-222, λRn, la sottrazione è dovuta ai meccanismi di “removal” che sono anch’essi proporzionali alla concentrazione CRn(t). La costante di proporzionalità è chiamata λrem e descrive usualmente i meccanismi di ventilazione e di “plate-out”:              λrem = λv + λpl .

Non esistendo il fenomeno del “plate-out” per un radionuclide gassoso, si può scrivere:  λrem = λv .

Pur essendo la costante di decadimento λRn costante nel tempo, la sottrazione QRn(t) [Bq/(m3sec)] non lo è. Sia per il fatto che la concentrazione CRn(t) di Rn-222 è variabile all’interno di m sia perché anche λV è spesso molto discontinua.
Il flusso di massa in uscita è influenzato dalle variabili fisico ambientali del sistema esterno al nostro spazio confinato e anche di quest’ultimo, che provocano le ventilazioni dell’ambiente m.

In realtà il flusso di massa è anche stimolato dalla differenza di pressione tra l’interno Pm e l’esterno Pext (che abbiamo chiamato salto barico Δ) generato da differenze di temperatura tra m e l’esterno. Questo secondo fenomeno è però trattato nella scheda “Studio analitico e fisico della produzione di radon all’interno di uno spazio confinato” in quanto ne è una delle cause principali e quindi non lo includiamo nella sottrazione.
In conclusione la sottrazione di radon indoor QRn(t) è generata solamente dal meccanismo di decadimento del Rn-222 e da quello della pura ventilazione.

QRn(t) = λRn*CRn(t) + λV(t) *CRn(t) = λtot (t) *CRn(t)

Nei casi di ambienti isolati λv è uguale a zero e la sottrazione è unicamente dovuta al decadimento radioattivo. Altrimenti λRn (pari a 7,55 E-3 [h-1]) è trascurabile rispetto a λv che ha valori da qualche decimo ad alcune unità [h-1].

Nel caso di λv = 1  si ha quindi che in valore assoluto la concentrazione specifica è uguale alla sottrazione specifica:

CRn(t) [Bq/m3] = QRn(t) [Bq/m3*h]

E, in condizioni di equilibrio temporale della concentrazione specifica, sempre se λv = 1 [h-1]:

CRn [Bq/m3] = QRn [Bq/m3*h] = PRn [Bq/m3*h]

 

Conferme sperimentali

Sottrazione di radon indoor. Osserviamo, a titolo esemplificativo, alcuni esempi di grafici analitici o tracciati sperimentali da cui si può trovare conferma su quanto sopradetto.

Nel caso di un sistema m isolato ove non esista produzione o flusso di massa in uscita, si avrebbe:

λV(t) = 0              PRn(t) = 0

e quindi:

dCRn(t) / dt = – QRn(t) = – λRn*CRn(t)

 

Questo semplice caso è descritto dal grafico analitico sottostante, tratto dalla figura n. 5 della scheda “Andamento della concentrazione del radon nel tempo”.

Grafico della concentrazione radon in ambiente con produzione radon nulla e coefficiente di sottrazione costante, sottrazione di radon indoor dovuta al solo decadimento radioattivo.

 

Osserviamo adesso il tracciato sperimentale seguente n. 53.

Il rilievo è fatto in dicembre per circa tre giorni. La pressione atmosferica è variabile ma non così tanto da incidere sensibilmente sulla concentrazione del radon. Dopo il raggiungimento di condizioni di approssimativo equilibrio tra le cause di produzione e le cause di “removal”, qualunque siano, arrivando così intorno a valori di circa 200 [Bq/m3] di concentrazione di radon, sono state provocate tre brevi ventilazioni nei giorni 17 (alle ore 10 circa) e 18 (ore 10 e 23 circa) dicembre, aprendo completamente un infisso esterno. Le ventilazioni causano diminuzioni del valore di concentrazione del 30-60% che sono successivamente recuperate in circa 4 ore.

Grafico della concentrazione del radon indoor che rappresenta il raggiungimento dell'equilibrio tra produzione e sottrazione che sono costanti. Successivamente sono create tre brevi ventilazioni che modificano la sottrazione di radon indoor.

 

Analogamente nel seguente grafico n. 7 si vede la forte conseguenza di una prolungata ventilazione di tre ore nel mattino del 24 ottobre (segnalata anche dalle oscillazioni della temperatura e della umidità relativa). Si nota che la ventilazione provocata dall’apertura di una finestra per circa 30 minuti, azzera praticamente il radon, riducendolo di circa il 10 volte, fino a valori tipici outdoor. Dopo la richiusura dell’infisso si vede che occorrono circa 12 ore per tornare a valori pre-ventilazione. Il valore medio del radon, nei tre giorni, che sarebbe stato di circa 200 [Bq/m3] scende a circa 180 [Bq/m3].

Grafico della concentrazione radon indoor simile al precedente in quanto si ha ancora il raggiungimento di un approssimativo equilibrio e la successiva modifica della sottrazione per causa di una forte ventilazione.

I fenomeni di ventilazione, se prolungati, sono così incisivi da nascondere tutti gli altri meccanismi di sottrazione ed anche quelli di produzione. Ovviamente non è sempre possibile impiegare questo sistema per la mitigazione del radon ed inoltre non rappresenterebbe un rimedio permanente.

Anche la tecnica di aprire piccoli, ma permanenti, spifferi negli infissi esterni ha forti conseguenze per la mitigazione. Questa tecnica non è interpretabile però come una ventilazione e quindi una sottrazione, ma piuttosto come un azzeramento del salto barico Δ e quindi una diminuzione della produzione. Analizziamo per esempio il grafico seguente n. 18.

Grafico della concentrazione di radon indoor con iniziale situazione di equilibrio, spesso alterato da fluttuazioni forti della pressione atmosferica, poi modificato sensibilmente dalla creazione di spifferi.

La misurazione del radon è eseguita, in inverno, per quasi un mese continuativamente, con la porte e le finestre chiuse ad eccezione di quanto scritto successivamente relativamente agli spifferi.
La pressione atmosferica ha un rapido aumento di 30 [mbar] i giorni 24 e 25 dicembre; questo provoca uno schiacciamento dei valori di radon dagli usuali 150-200 [Bq/m3] del locale a circa 100 [Bq/m3], fino al giorno 3 gennaio, quando l’equilibrio barico tra “soil radon” e l’atmosfera esterna si rigenera.

Il giorno 6 gennaio alle ore 19 viene aperto uno spiffero di 5 centimetri fino al 9 gennaio alle ore 11 (durante tale periodo l’impianto di riscaldamento è chiuso). Il livello del radon scende così per questo periodo del 60-70%, a livelli molto bassi. Al momento della apertura e della chiusura dello spiffero il grafico del radon mostra evidenti forti sbalzi.

Il giorno 13 gennaio alle 07:30 (con impianto di riscaldamento stavolta acceso) viene nuovamente aperto lo spiffero di 5 centimetri alla finestra; tale spiffero viene diminuito a 1,5 centimetri dopo circa 41 ore e viene definitivamente chiuso il 17 gennaio ore 09:10.
Il livello del radon, dopo l’apertura dello spiffero di 5 centimetri, diminuisce del 70-80%, da circa 200 [Bq/m3]  a  35-60 [Bq/m3], e risale a circa 70-110 [Bq/m3] quando lo spiffero è ridotto a 1,5 centimetri, per tornare ai livelli precedenti (200 [Bq/m3]) parecchie ore dopo la sua chiusura.

Il valore medio di radon riscontrato (effetti degli spifferi compresi) è di 122 [Bq/m3], con un massimo di 374 [Bq/m3]. In assenza degli spifferi la media sarebbe stata di circa 150 [Bq/m3].
Il grafico è molto interessante per i transitori provocati dagli spifferi che si dimostrano così, tra l’altro, un sistema efficiente per risolvere problemi di inquinamento non gravi.

E’ da notare di nuovo che l’efficienza degli spifferi non nasce tanto da un fenomeno di lavaggio dell’aria indoor, cioè un incremento di sottrazione di radon indoor, quanto dall’azzeramento del differenziale di pressione indoor outdoor, e quindi da una diminuzione di produzione di radon indoor. L’efficacia degli spifferi è anche proporzionalmente maggiore di quella della completa apertura dell’infisso.
Peraltro, malgrado la stagione invernale, l’apertura di 5 centimetri, o meno, di un infisso (appunto lo spiffero) non provoca alcuna sensibile diminuzione della temperatura del locale.